Ecco a voi la ricetta originale di un’ altra pietanza della cultura culinaria Salentina, la purea di fave.
La purea di fave è un piatto povero di origine contadina, che anticamente veniva cotto in un recipiente di terracotta, chiamato “pignata”, utilizzando il solo calore del caminetto.
Questo piatto viene servito solitamente con pane croccante e con verdure ed ortaggi.
Il sapore della purea di fave è abbastanza delicato, quando ero piccola la mangiavo solo se mia nonna l’ accompagnava con le cipolline borettane stufate e quindi io faccio la stessa cosa anche per Gaia.
Ingredienti:
dosi consigliate per tre persone
200 gr di fave secche
acqua q.b.
sale q.b.
olio evo q.b.
Tempo: 12 h di ammollo – preparazione 5′ – cottura 75′ circa
Difficoltà: bassa
Procedimento:
Mettere le fave in ammollo in acqua leggermente tiepida per dodici ore
trascorse le quali scolarle e sciacquarle sotto l’acqua corrente ed eliminare eventualmente i residui dei gusci qualora ci fossero
metterle in una pentola dai bordi alti, coprirle d’acqua e iniziare la cottura
quando l’acqua arriverà a bollore si formerà in superficie una schiuma che andrà tolta con l’ausilio di una schiumarola
continuare la cottura a fuoco moderato mescolando spesso per circa due ore ed aggiungendo un po’ d’acqua qualora servisse
quindi condire con sale e olio evo
e portare a cottura mescolando di continuo fin quando l’olio non si sarà assorbito del tutto
Si potrà servire la purea di fave subito impiattandola quindi con un filo d’olio in superficie, il pane e le cipolline, oppure una volta raffreddata la si potrà anche riporre in frigorifero per poi riscaldarla e irrorarla nuovamente con dell’olio prima di servirla
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